I consulenti del lavoro in campo, insieme a Telefono Azzurro, per la lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Una partnership avviata da alcuni anni, che si rafforza con nuove e più incisive iniziative, in particolare destinate agli studenti ma anche a insegnanti e genitori, in occasione della Giornata internazionale contro il lavoro minorile del 12 giugno. Tra gli impegni di Telefono Azzurro nell’azione di lotta e di emersione del lavoro minorile, c’è infatti anche l’attività di informazione e formazione, soprattutto degli insegnanti, in merito al fenomeno, al suo riconoscimento, all’adozione di strumenti di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto che possono vedere come protagonista la scuola.
Da questa esperienza è nata la partnership con l’Ordine dei consulenti del lavoro, che rappresenta più di 22.000 professionisti attivi nella valorizzazione della promozione della legalità nei rapporti di lavoro e dunque anche impegnati a promuovere la tutela delle condizioni di lavoro dei minori. “Diffondere la cultura della lotta allo sfruttamento del lavoro minorile - afferma Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine - è certamente una delle priorità dei consulenti del lavoro, che promuovono il lavoro etico in tutte le sue rappresentazioni. Assieme al Telefono Azzurro, sarà possibile porre un freno al dilagare di un fenomeno che non è certamente lontano da tutti noi”.
Un problema poco conosciuto, ma che esiste anche in Italia. Nel 2002, l’Istat parlava di 144 mila bambini lavoratori tra i 7 e i 14 anni; nel 2005 una ricerca Ires-Cgil ne stimava 400 mila. E una ricerca della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro ha individuato le varie zone d’Italia e le tipologie di attività in cui vengono utilizzati impropriamente lavoratori minori. Un fenomeno ampio, diffuso in tutto il Paese da Nord a Sud, con specificità territoriali e pertanto collegabile alla dimensione sociale nel suo complesso: alla scuola, alla famiglia, al mercato del lavoro, alla carenza di risorse, al bisogno di formazione, alla ‘cultura’ del lavoro, al territorio e all’ambiente di vita. E che coinvolge bambini e ragazzi italiani e stranieri, poveri o a rischio di povertà, scolarizzati o non scolarizzati.
Per questo, sottolineano i consulenti del lavoro in una nota congiunta con il Telefono Azzurro, “è necessario un intervento integrato e concentrato che si basi sull’informazione, sull’assistenza e soprattutto sulla segnalazione dei minori sfruttati; un programma di collaborazione della comunità con le istituzioni che testimoni l’impegno delle città per tutti gli aspetti sociali legati a una cultura dell’infanzia”. “L’impegno e la determinazione - avvertono - nell’affrontare drasticamente tale situazione, il non poter più aspettare per dare dignità a questi bambini, deve vedere impegnati tutti (istituzioni, privato sociale, comunità italiana e comunità straniere, politici, professionisti del sociale, genitori e cittadini). Non si può più aspettare: i bambini di oggi sono gli adulti di domani. Se non c’è il bambino oggi, domani non ci sarà l’adulto; se sarà negata la fantasia al bambino, all’adulto sarà negato il progetto, che è poi il futuro di tutti noi”. Anche i consulenti del lavoro, dunque, sono consci dell’esigenza di concorrere a iniziative sinergiche, finalizzate al rafforzamento dell’etica nella gestione dei rapporti di lavoro, con particolare riferimento alla tutela e alla promozione delle parti più deboli, tra le quali anche i minori. Infatti, interpretano il proprio ruolo professionale e sociale anche “attraverso un concreto coinvolgimento nell’offrire convintamene il proprio contributo tecnico, per favorire la crescita personale e la valorizzazione professionale dei minori occupati, nel rispetto delle leggi vigenti, dei diritti della persona e del lavoratore e del contesto culturale di riferimento nel quale operano”. LABITALIA
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