Esiste, in forma diffusa nel nostro Paese, un’altra ricchezza generata da un’economia non ufficiale: quella sommersa, ma anche quella legata ai business e ai proventi delle attività criminali”. Lo ha dichiarato Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, presentando le stime dell’Istituto sul lavoro sommerso. “L’Eurispes stima infatti - ha aggiunto Fara - che l’economia sommersa nel nostro Paese ha generato nel 2007 almeno 549 miliardi di euro, corrispondenti al 35% del Pil ufficiale che è di circa 1.500 mld di euro. Si tratta di un’altra economia che va ad integrare i redditi delle famiglie. Solo per dare un termine di paragone, il nostro sommerso equivale ai Pil di Finlandia (177 mld), Portogallo (162 mld), Romania (117mld) e Ungheria (102mld) messi insieme”.
Secondo l’Eurispes, il fenomeno dell’economia sommersa coinvolge in Italia i settori più diversi: si va dall’agricoltura all’edilizia, passando attraverso i servizi e l’industria, nelle forme del lavoro nero continuativo, del doppio lavoro e del lavoro nero saltuario, che coinvolgono una molteplicità di soggetti (giovani in cerca di prima occupazione, disoccupati, cassaintegrati, lavoratori in mobilità, extracomunitari non in regola ma anche studenti, pensionati, casalinghe, lavoratori dipendenti e autonomi con lavoro regolare). Il 54,6% dell’economia non osservata è rappresentato dal lavoro sommerso, il 28,4% dalla mancata fatturazione ad opera di aziende e imprese e il 17% dalla cosiddetta economia “informale”.
Per quanto riguarda la parte più consistente dell’economia non osservata, che è quella relativa al flusso di denaro generato dal lavoro sommerso, le stime si attestano a 300 miliardi di euro. In primo luogo, è stato considerato il numero di coloro che esercitano attività in nero a fianco di attività - parziali o a tempo pieno - inserite in un contesto istituzionalizzato e regolarizzato. Il dipendente del vivaio che sistema i terrazzi dei clienti, l’operaio delle ferrovie che ripara i motorini, l’impiegato pubblico che fa la prima nota per i commercianti sotto casa, il dipendente di un barbiere che fuori orario sbarba persone immobilizzate a letto, il geometra comunale che redige le piante degli appartamenti dei privati per le compravendite o i lavori di ristrutturazione, l’infermiere della Asl che fa privatamente iniezioni o altri piccoli interventi agli assistiti, sono tanti esempi di persone che risultano attive sia dal lato della famiglia sia da quello delle imprese, ma che oltre a quelle ufficiali esercitano attività in nero. LABITALIA
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