Una vera e propria “rivoluzione copernicana”, in tema di formazione: è quella che promette al Meeting di Rimini il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Sarà, infatti, la formazione “il nuovo articolo 18, la vera tutela dei lavoratori”, spiega il ministro, chiarendo che “proporremo un impianto radicalmente diverso dal precedente”. Spazio, cioè, alle aziende a ai lavoratori: “Vogliamo introdurre - aggiunge - il concetto della centralità delle imprese e il metodo P.i.s.a., ovvero non la certificazione formale, ma la valutazione concreta delle competenze acquisite con la formazione, che può partire anche da subito con la sperimentazione dei libretti formativi. Vogliamo rovesciare l’impostazione attuale”.
Il ministro del Lavoro interviene poi sulla riforma del modello contrattuale, auspicando un accordo entro il mese di settembre. “Sarebbe auspicabile - afferma - che entro settembre si possa arrivare all’accordo sulla riforma del modello contrattuale tra Confindustria e sindacati L’accordo sarebbe la premessa per confermare almeno per il 2009 la detassazione del 10% del salario di produttività”.
“Di fronte a noi - dice ancora Sacconi - c’è un autunno responsabile: né caldo, né freddo". Sacconi fa appello alla responsabilità in vista dell’autunno. La stagione che attende governo e parti sociali, dunque, non dovrà essere ’calda’ ovvero che guarda soltanto alla “redistribuzione che prescinde dalla ricchezza”, ma nemmeno ’fredda’, ovvero un “autunno del disinteresse, dell’apatia, della rinuncia e della sfiducia”. Insomma, “un autunno della responsabilità”. Quel che serve è “cum-dividere, secondo l’etimologia del termine, sforzi e risultati”, chiarisce il ministro precisando che noi “proponiamo e garantiamo la condivisione, ovvero che, se ricchezza ci sarà, essa sarà equamente distribuita in favore del lavoro, della famiglia e degli anziani pensionati”.
Per il ministro del Lavoro, è necessario dunque un “’autunno responsabile per liberare il lavoro dai tre giganti cattivi: l’insicurezza sui luoghi di lavoro, l’incompetenza e l’ideologia di chi pensa ancora che il salario ha esclusivamente un valore solidale che vuole una esasperata regolazione del rapporto di lavoro, partendo dal presupposto che il datore sfrutta”. LABITALIA
|