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Censis, lavoro non garantisce certezze anche in posizioni elevate
09/12/2008 NP-3680

Il lavoro non è più sufficiente a garantire di per sé livelli assoluti di sicurezza, tanto che anche chi occupa posizioni elevate nella stratificazione professionale e reddituale teme per la propria stabilità e sviluppa atteggiamenti di tipo ’micro-corporativi’. A lanciare l’allarme è il Censis, nel Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese. Non solo giovani, anziani e donne, quindi, avvertono questa sensazione di incertezza, che mette in discussione quelle parti della condizione individuale che sono sembrate a lungo intoccabili, come il correlare a una certa occupazione uno stile di vita coerente o destinare parte del proprio guadagno al risparmio e, quindi, ai potenziali investimenti. Emergono, infatti, dice il Censis, “alcuni segnali di allentamento di certezze che vanno oltre la paura degli effetti emarginanti della flessibilità e alla fine la fanno risultare, fra le opzioni possibili, come un modo per rimanere dentro un mercato del lavoro oggettivamente complesso e soggettivamente stressato”.
Per l’84,7% delle persone in età attiva, l’impoverimento individuale non è un elemento gonfiato dall’andamento del clima politico, ma una situazione reale. E’ di questo parere soprattutto chi appartiene alle fasce di reddito medio-basso (87,3%), ma anche chi occupa livelli di qualifica alti o svolge un lavoro autonomo. “Come dire - sottolinea il Censis - che le preoccupazioni per la propria situazione economica sono trasversali a tutte le posizioni di lavoro, con una concentrazione nella parte più elevata della stratificazione occupazionale”. L’aspetto su cui c’è maggiore consenso sociale è la difficoltà di crescita dei redditi da lavoro (94,4%), che si lega a filo doppio alla possibilità di mantenere gli stessi livelli di tenore di vita di solo tre anni fa (94,4%). Molti altri sono preoccupati dell’impossibilità di risparmiare, mentre probabilmente in passato era più facile (89,6%). Pur in percentuali molto alte, minori consensi registra l’idea che le occasioni di lavoro stiano diminuendo (85,3%) e che stia crescendo troppo l’indebitamento personale (85,3%). Intanto, ricorda il Censis, la flessibilità continua a crescere: il lavoro flessibile dal 2004 al 2007 è salito del 3,6%, arrivando a interessare l’11,9% degli occupati e coinvolgendo soprattutto le giovani generazioni (ma non solo, visto il 9% di persone con contratto flessibile che hanno dai 34 ai 44 anni), le donne (che sono il 52,2% del totale di chi è in questa condizione) e le persone che vivono nel Meridione.
LABITALIA

smile99

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