Il collocamento mirato dei disabili segna, nel 2007, i valori più alti registrati dall’introduzione della riforma (legge 68/1999). Il totale degli iscritti agli elenchi unici provinciali del collocamento obbligatorio è di 768.394, circa 68mila unità in più rispetto all’anno precedente (erano infatti 699.886 nel 2006) e oltre 120 mila in più se si guarda a quanto dichiarato nel 2005. Lo rende noto l’Isfol nel Rapporto annuale 2008. Anche le dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro sono aumentate, coinvolgendo ben il 77% di coloro che si registrano agli elenchi. Tuttavia, la corretta applicazione di quanto previsto all’articolo 2 della riforma, che introduce il concetto di collocamento mirato, non rappresenta ancora una pratica diffusa sul territorio nazionale, avverte l’Isfol, limitando a una porzione del Paese (42,3%) la piena costruzione di progetti individuali per le persone con disabilità e la sperimentazione di nuove modalità di collaborazione con i datori di lavoro.
Notizie positive si registrano dalla lettura delle cifre sugli avviamenti al lavoro. Il 2007 rappresenta, anche in questo caso, l’annualità che sviluppa maggiori valori assoluti. Sono infatti 31.535 le persone disabili avviate al lavoro e, per la prima volta, il mercato del Nordest delle piccole imprese assorbe un maggior numero di lavoratori rispetto alle regioni nord-occidentali dei grandi insediamenti produttivi: 10.151 individui nella prima area, contro i 9.692 della seconda. Ma appaiono in crescita anche i dati provenienti dalle regioni del Centro (5.548 unità) e da quelle del Sud e Isole (6.144).
Una volta entrati in azienda, i lavoratori disabili vengono assunti con contratti a tempo indeterminato in 51 casi su 100, con un’incidenza del part time del 26%. La flessibilità dell’orario di lavoro, rileva l’Isfol, è superiore nei tempi determinati, con il 36,6% di casi registrati su base nazionale. Nel 2007, sono state notificate ai servizi 7.353 risoluzioni dei rapporti di lavoro, di cui il 66% riguarda contratti a tempo indeterminato. A livello nazionale, le iscrizioni maschili sono sempre prevalenti rispetto a quelle femminili (+5%): le donne disabili sono il 48% del totale degli iscritti (uomini e donne), ma rispetto agli avviamenti rappresentano solo il 36% del totale.
Gli iscritti extracomunitari che risultano registrati agli elenchi unici provinciali nel 2007 rappresentano lo 0,8% del totale (pari a 6.300 individui). La loro distribuzione sul territorio si contrappone alla tendenza rilevata sulla totalità della popolazione degli iscritti. Infatti, la platea degli extracomunitari si posiziona tra Centro e Nord Italia, con percentuali che oscillano intorno al 30% in ciascuna ripartizione. Riguardo ai 750 avviamenti del 2007, uno su due è stato realizzato nelle regioni del Nordest, mentre pressoché nullo è il contributo del Mezzogiorno.
Significativa è la lettura del ruolo ricoperto dal sistema dei servizi pubblici all’interno dei rapporti tra cittadini stranieri e mercato del lavoro locale. La presenza di un servizio specifico per lavoratori stranieri, osserva l’Isfol, sembra fungere anche da attrattore e da facilitatore per i cittadini stranieri nell’accesso ai servizi disponibili sul territorio e, in ultima analisi, anche per l’inserimento lavorativo mirato delle persone disabili. LABITALIA
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