Un sit-in nei pressi di Palazzo Chigi, dalle 9 alle 13, domani in occasione del Consiglio dei ministri. Questa la protesta scelta dalla Funzione Pubblica della Cgil “per chiedere al governo - si legge in una nota del segretario generale della Funzione Pubblica della Cgil, Carlo Podda - di abrogare la norma che prevede il licenziamento dei precari nel pubblico impiego”. Secondo il sindacalista, “è necessario che si dia con continuità al rapporto di lavoro, prolungando i contratti in scadenza”. “Una richiesta ragionevole - aggiunge - fatta tenendo in considerazione la drammatica congiuntura economica e la difficile situazione dei bilanci dello Stato”. Secondo Podda, anche se il governo non ha presentato alcun decreto legge sui precari della pubblica amministrazione, permane il rischio di licenziamenti: “Fin quando non verrà abrogata la norma, lo stop alle stabilizzazioni dei precari non è affatto scongiurato. Già dal 1° luglio del 2009 - sottolinea - 56.281 lavoratori, in base ai dati forniti in occasione della relazione tecnica sulla Finanziaria, si ritroveranno senza lavoro, con tutto quello che ne consegue sul fronte del mantenimento dei servizi ai cittadini”. E i precari a rischio sarebbero ancora di più nei prossimi mesi, secondo Podda: “In totale il numero dei precari a rischio nei prossimi tre anni, nei comparti di competenza della Funzione Pubblica della Cgil, escluso il personale di scuola, università, enti di ricerca ed A.F.A.M, è di 201.702 unità. A questo numero - ha aggiunto - già di per sé rilevante, va aggiunto tutto quell’universo di collaborazioni che non compare nel computo delle spese per il personale, ma in quello per le acquisizioni di beni e servizi, difficilmente stimabile”. I dati in possesso del sindacato sono quelli forniti dal governo, secondo il leader della Funzione Pubblica Cgil: “Al ministro Brunetta -sottolinea - che spesso gioca con i numeri, ricordiamo che le nostre fonti sono e restano le stesse a sua disposizione, e in particolare il conto annuale effettuato dalla Ragioneria Generale dello Stato”.
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