Catastrofi naturali, terrorismo, scandali finanziari, black-out informatici ed energetici, emergenze sanitari. Ecco il campo d’intervento del risk manager, figura ancora poco conosciuta in Italia, ma diffusa in tutto il mondo. Nel nostro Paese, è presente solo nel 14% delle aziende (per lo più grandi aziende), a differenza degli Stati Uniti dove l’80% delle imprese ha in organico un risk manager. Nata in Italia solo negli anni ’70 (l’associazione nazionale di risk manager, Anra, è attiva da 37 anni) la professione dello ’specialista del rischio’ è oggi in grande evoluzione. All’Anra sono iscritti circa 200 risk manager, “ma in Italia - dice a LABITALIA Roberto Bosco, presidente dell’Anra e risk manager di Mediaset - ce ne sono molti di più”. “Molte aziende hanno adottato questa figura autonomamente, altre per ’compliance’. In Lombardia ad esempio, in occasione di rinnovi di contratti collettivi in ambito sanitario, è stata imposta la presenza di un risk manager”.
Insomma, una cultura, quella della prevenzione che si diffonde, ma che ancora non e’ arrivata al massimo delle sue potenzialità. “Il nostro Paese -spiega Bosco- ha la capacità di reagire alle catastrofi naturali con la Protezione Civile, ma non ha ancora sviluppato una corretta cultura della gestione del rischio a tutti i livelli. Infatti – avverte - c’è una carenza di referenti nelle amministrazioni locali e nelle Pmi”. Il risk manager, infatti, e’ del tutto assente nella Pubblica Amministrazione e nelle piccole aziende e il confronto con l’estero ci vede in grosso ritardo. Basti pensare che in Gran Bretagna sono 1.200 i risk manager statali. Ma quali sono i compiti dei risk manager all’interno delle aziende? In imprese pubbliche e private, si occupano della prevenzione e della gestione dei rischi e degli imprevisti. A loro è affidato anche il compito di valutare la sicurezza degli impianti che erogano gas e benzina nelle nostre città o la qualità degli alimenti che arrivano sugli scaffali dei supermercati. E non mancano le specializzazioni: c’e’ il ’financial risk manager’, competente sul rischio nelle società quotate in borsa o l”hospital risk manager’.
Dunque il ’risk management’ è una vera e propria squadra di Protezione Civile all’interno delle aziende, sempre al lavoro per evitare o gestire e risolvere le emergenze. Puntando sulla prevenzione, il risk manager aiuta la propria azienda a ridurre i rischi e i costi connessi e dà valore aggiunto alle imprese, rendendole più affidabili verso le banche e le assicurazioni. Ma l’opera del risk manager tutela anche consumatori, utenti e piccoli investitori che in qualche modo dipendono dai servizi offerti da ditte private o amministrazioni pubbliche. Per diventare risk manager, si possono seguire i corsi di formazione dell’Anra, oppure quelli del Cineas (Consorzio Universitario con l’obiettivo della diffusione della cultura del rischio), che si tengono anche presso il Politecnico di Milano. LABITALIA
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