Mi piacerebbe che quello di quest’anno fosse un Primo Maggio di responsabilità e che la festa dei lavoratori fosse celebrata creando un dibattito aperto e privo di visioni ideologiche sull’importanza del lavoro in tutte le sue forme. Se dobbiamo curare quel ‘malato grave’ che abbiamo oggi in Italia, e che è il lavoro, occorre curarlo affrontando il tema senza ragionare solo nell’ottica della promozione del lavoro dipendente, ma andando anche a sostenere e promuovere il lavoro autonomo. La festa del lavoro, infatti, per me, non è solo la festa dei lavoratori dipendenti, ma anche degli autonomi, dei liberi professionisti”. Così Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro e recentemente eletta anche alla guida del Cup (Comitato unitario delle professioni), commenta in un’intervista a LABITALIA il significato del Primo Maggio.
“Quello del 2009 è un Primo Maggio particolare - afferma - perché è l’anno più difficile da affrontare dal punto di vista della nostra economia dal dopoguerra ad oggi. Ed è un anno particolare anche perché alla crisi si è unita una tragedia di dimensioni incredibili come il terremoto d’Abruzzo, che ha visto crollare un capoluogo di regione”. Il Primo Maggio, dunque, può essere quest’anno un’occasione, secondo Marina Calderone, per le istituzioni, il mondo della politica e quello delle professioni, per “dimostrare un grande senso civico e di responsabilità e per affrontare una volta per tutte il tema del lavoro senza ricorrere a steccati ideologici, ma pensando di dare finalmente una risposta ai cittadini e soprattutto ai giovani che la cercano”.
“I giovani, in particolare, escono dalle università - rimarca - anche con curricula altisonanti, però hanno in questo momento ben poche prospettive di trovare un’occupazione stabile, visto che c’è un totale scollamento tra quello che è il mondo accademico e il mondo del lavoro e delle professioni: vengono identificati percorsi di studio che poi non hanno rispondenza con quelle che invece sono le richieste del mondo del lavoro”.
RIDURRE COSTO LAVORO PER SOSTENERE IMPRESE CHE SCOMMETTONO
“Qualcuno dice che non è il momento delle riforme strutturali: io invece credo - avverte Marina Calderone - che oggi sia il momento per aprire una discussione ampia su quelle che saranno poi le riforme strutturali di sistema”. La presidente ricorda che “il governo ha fatto interventi importanti in materia di ammortizzatori sociali in deroga e ha dato delle risposte” e aggiunge: “Credo che si debbano fare ulteriori interventi a sostegno di quelle realtà imprenditoriali che con tanta fatica stanno cercando di non ridurre la forza lavoro, in uno scenario in cui da parte degli imprenditori c’è una grande paura: i dati parlano di un 69% delle piccole e medie imprese che non prevedono di assumere nel 2009 e 2010. Questo è un indicatore importante - osserva - e al tempo stesso terribile, perché non investire in un momento di crisi, in cui invece dovrebbe essere necessario programmare il futuro, vuol dire che al futuro non stiamo pensando e nel futuro ci metto anche i lavoratori”.
“Allora bisognerebbe prevedere interventi decisi di riduzione del costo del lavoro - propone Marina Calderone - con un taglio importante anche della contribuzione previdenziale e assistenziale proprio a vantaggio di chi oggi la scommessa la sta facendo, cercando di non disperdere quelle energie lavorative che ha formato, magari nell’arco di decenni, e che sono fondamentali per portare avanti il core business aziendale”.
MONDO PROFESSIONI PIU’ DINAMICO DI OCCUPAZIONE DIPENDENTE
Il Primo Maggio, poi, ribadisce la presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, “è anche la festa dei liberi professionisti” e quindi un’occasione per riflettere pure sulla “valenza che oggi ha la libera professione nell’economia italiana”. “Quando sento parlare di ordini professionali che vanno riformati, di mondo delle professioni ordinistiche chiuso alle innovazioni ma soprattutto al ricambio generazionale e ai giovani - dice - mi viene da sorridere. Perché, se invece si guardano i dati del 2007, si scopre che negli ordini professionali c’è stato un incremento, quindi un nuovo inserimento di forze propulsive che è pari al 7,7%, mentre l’occupazione dipendente in Italia è cresciuta del 3,7%”.
Quindi, sottolinea la presidente del Cup, “il mondo delle professioni ordinistiche e del lavoro intellettuale oggi è molto più dinamico rispetto al lavoro dipendente”. Per questo, continua, “quando penso al Primo Maggio, penso ai colleghi, ai tanti professionisti, ai loro sacrifici, al fatto che oggi è una grande scommessa tenere uno studio professionale aperto, in un contesto in cui non siamo imprenditori ma lavoratori della conoscenza; ma, per non essere considerati alla stregua di imprese, dobbiamo avere anche incentivi importanti per la promozione del lavoro nei nostri studi”. “Le nostre strutture, infatti, sono dei microcosmi - conclude - che danno lavoro a tante persone, perché dietro un professionista c’è anche la storia umana e lavorativa di tante altre famiglie a cui noi diamo lavoro”. LABITALIA
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