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Nel 2008 formazione per 64 su 100 dipendenti pubblici
14/05/2009 NP-3761

E’ di circa 64 su 100 la quota di dipendenti della pubblica amministrazione che nel corso del 2008 hanno partecipato ad attività di formazione. Questo il dato che emerge dal ‘12° Rapporto annuale sulla formazione nella Pubblica amministrazione’, realizzato dall’Osservatorio sui bisogni formativi presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione e coordinato da Massimo De Cristofaro. Lo studio è stato presentato durante il Forum P.a. Il rapporto, che ha preso in considerazione quest’anno i dati forniti da 626 amministrazioni per un totale di circa 810.000 dipendenti, evidenzia che il volume delle attività di formazione realizzate è in crescita rispetto alla scorso anno, con circa 47.000 eventi formativi e un totale di 538.000 partecipanti. Questo nonostante l’investimento per la formazione, nel corso del 2008, sia stato ridotto del 9%. “Quest’anno - dice a LABITALIA Massimo De Cristofaro, curatore del volume - si è ridotto l’investimento, mentre sono aumentate le ore di formazione erogate e abbastanza anche quelle fruite, che si ottengono attraverso il calcolo matriciale delle persone che effettivamente frequentano i corsi. Quindi, è evidente - sottolinea - che le amministrazioni si sono ingegnate per sfruttare al massimo le poche occasioni che c’erano”. Il documento è stato realizzato rilevando e analizzando direttamente la formazione nelle amministrazioni centrali (presidenza del Consiglio, ministeri, comparto sicurezza, organi dello Stato, autorità ed enti pubblici) e coordinando i contributi relativi agli altri livelli di governo e ai diversi comparti: regioni, province, comuni e Camere di commercio. Secondo la ricerca, molti indicatori delle attività di formazione mostrano incrementi positivi, con i dipendenti coinvolti che passano da 60 a circa 64 su 100, con partecipazioni aumentate in quasi tutti i comparti. Aumenta anche il volume delle attività realizzate: le ore erogate crescono dell’8% nell’insieme dei comparti a rilevazione censuaria e il numero dei corsi è aumentato di oltre il 10%. “E’ cresciuta, e questo - spiega De Cristofaro - è un dato importante, la formazione dei livelli bassi: quindi nè dirigenti nè funzionari, ma gli operativi. Il che vuol dire che c’è stata una forte immissione di conoscenza sulla tecnica, su come effettivamente realizzare i lavori della pubblica amministrazione”. Anche la partecipazione femminile risulta in crescita, e in diversi comparti le donne utilizzano la formazione più degli uomini. De Cristofaro evidenzia comunque i dati negativi che emergono dal rapporto: “Se noi valutiamo - spiega - l’aspetto delle ore erogate, dei numeri e dei soldi spesi, il giudizio è negativo perchè bisognerebbe spendere di più. In Europa, paesi come Francia, Germania e altri spendono molto di più, il 4% della massa salariale. Noi invece abbiamo, come da accordi, l’1% e quest’anno siamo sullo 0,75%. Un altro aspetto negativo - rimarca - è che non c’è attenzione nella formazione in materie come programmazione e controllo, internazionalizzazione, meccanismi di gestione che potrebbero essere utili per dare più innovazione nella pubblica amministrazione”. La metodologia più utilizzata nella formazione resta l’aula, attestandosi su valori tra il 70 e l’80% dei corsi, mentre l’utilizzo di metodologie che si avvalgono di supporti tecnologici, come e-learning, laboratorio informatico ma anche videoconferenza, è in lieve aumento. Si diffondono in modo più soddisfacente del passato gli strumenti di pianificazione e valutazione delle attività formative: analisi dei fabbisogni, formulazione di piani della formazione, annuali e pluriennali, attività di valutazione dei risultati. Tra i problemi della formazione nella pubblica amministrazione, De Cristofaro sottolinea la frequente assenza di piani formativi: “A questo proposito - dice - come Scuola superiore della pubblica amministrazione abbiamo realizzato un software che permette l’indagine dei bisogni, da cui poi ricavare i piani formativi e i meccanismi per erogare la formazione. Viene utilizzato ormai da molte amministrazioni centrali e noi vogliamo diffonderlo ancora di più”. Magari, anche agli enti locali: “In questo caso - spiega De Cristofaro - il progetto andrebbe studiato, ma il ministro Brunetta sta coinvolgendo gli enti locali in tante cose e questa potrebbe essere una”. De Cristofaro spiega quindi di la sua ricetta per fronteggiare le carenze nella formazione della pubblica amministrazione: “Il ministro Brunetta - dice De Cristofaro - non ha ancora detto nulla sulla formazione, ma evidentemente una riorganizzazione ci sarà. Il problema da risolvere è quello di legare gli obiettivi della formazione al lavoro, alle attività, evitando le cose generiche. Un altro problema - conclude - è legato ai finanziamenti, che devono essere fatti con attenzione agli obiettivi del lavoro, non a pioggia, ma mirati”.
LABITALIA

smile99

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