Non occorre la laurea o un particolare titolo di studio, non è necessario sapere le lingue, non occorre investire capitali al momento dell’avvio dell’attività. C’è un lavoro a cui, anche in tempi di crisi, si accede da una porta sempre aperta, per giovani e meno giovani. E’ quello del venditore a domicilio, una professione svolta in Italia da 244.000 persone. Quello delle vendite porta a porta e’ un settore che, a dispetto della congiuntura negativa, continua infatti ad andare a gonfie vele: secondo l’Avedisco, la principale associazione di categoria, che riunisce le aziende che vendono a domicilio, nel 2008 le vendite sono aumentate del 5% rispetto al 2007 e gli addetti di ben il 10% (erano 220.000 nel 2007 e sono 244.000 nel 2008). A guidare la classifica degli oggetti più comprati a domicilio ci sono i ‘beni durevoli per la casa’, vale a dire l’intramontabile aspirapolvere, il tecnologico robot da cucina, i casalinghi, i Tupperware (le ciotole dal famoso coperchio ‘sigillante’ e dall’elegante design esposte anche Museum of Modern Art di New York). Ma vanno forte anche i cosmetici (in certe regioni le vendite sono aumentate del 13% in un anno), come quelli della Stanhome o della Stardust, e gli integratori alimentari, un genere nel quale e’ capofila Herbalife, con i suoi prodotti dimagranti. Ne’ manca la cultura, rappresentata dai libri e da nomi prestigiosi come Franco Maria Ricci.
“La vendita diretta -dice a Luca Pozzoli, ad di Tupperware Italia e presidente di Avedisco- e’ una persona che parla a un’altra persona. La cosa interessante e’ che per fare il venditore a domicilio non ci sono barriere all’ingresso, e non viene richiesto alcun investimento. Queste sono le regole di base, insieme a una buona formazione che viene erogata gratuitamente dall’azienda”. Pozzoli insiste molto sulla gratuita’ e invita a “diffidare da chi chiede soldi per farvi avviare un’attivita”’. La formazione, poi, viene reputata molto importante. “Lavorando con non-professionisti -aggiunge Pozzoli- per noi e’ una vera necessita’ formare il professionale, innanzitutto informandolo sul prodotto che deve vendere”. Anche l’associazione delle imprese di settore (www.avedisco.it) ha messo a punto un percorso formativo.
“E’ l’Accademia Avedisco -spiega ancora il presidente- indirizzata a persone di ‘altissimo potenziale’, alla leadership delle aziende. Una sorta di master di perfezionamento”. E ai giovani Pozzoli rivolge un invito: “Provate questo mestiere – afferma - perché qui ci sono aziende che hanno grandi possibilità di crescita. L’Italia, infatti, e’ fra i primi 4 Paesi europei, insieme a Germania, Francia e Inghilterra, per diffusione delle vendite a domicilio, ma c’e’ ancora molto spazio da conquistare. E se c’e’ un giovane che vuole imparare, qui c’e’ l’ambiente giusto”. Insomma, “un’esperienza di lavoro completa”, ribadisce Pozzoli. “Piu’ che al Nord -aggiunge- la fanno molti giovani, laureati e laureate, al Centro e al Sud. Alcuni decidono di rimanere, altri no, ma -conclude- e’ comunque un’esperienza importante”. LABITALIA
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