Consensi e distinguo dal mondo sindacale politico per la proposta lanciata ieri, in un’intervista al Sole 24 Ore, da Diana Bracco, presidente del Progetto speciale ‘R&I’ ed Expo 2015, per una governance nella gestione dei fondi pubblici per ricerca e innovazione. Una proposta avanzata in occasione della giornata dell’innovazione dedicata al tema ‘Innovazione, grande infrastruttura immateriale del Paese’, voluta voluta dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Il segretario della Uil, Luigi Angeletti ha concordato sull’importanza dell’argomento. “Bracco evidenzia una cosa giusta - ha detto Angeletti a LABITALIA - Be cioè che in Italia ci sono troppi ministeri che devono decidere sui fondi, ma gli industriali non dicono due cose fondamentali. La prima dovrebbe essere: consideriamo un danno la spartizione di poteri tra ministeri e non ci stiamo più; la seconda è: dateci i finanziamenti in tre mesi, punto”. Ma la proposta di Bracco, secondo il sindacalista, non risolve i problemi: “La proposta di una governance della ricerca avanzata da Diana Bracco trasuda ingenuità, perchè Bracco - ha aggiunto - sa perfettamente che questo è un problema politico”. Non convintaà della possibilità della realizzazione della proposta lanciata da Bracco anche Susanna Camusso, segretaria confederale della Cgil. “Credo che questa sia l’ennesima cosa - ha commentato Camusso con LABITALIA - che non può essere fatta in questo paese. L’Italia ha un sistema di ricerca pubblico che è stato più o meno abbandonato, in questi ultimi anni. E mi sarei aspettata da Confindustria una sottolineatura del fatto che bisogna rilanciare il sistema pubblico della ricerca, all’interno del quale anche le imprese possono portare un apporto. Ma non si possono invertire i fattori. E’ meglio – ha concluso Camusso - che ci sia una forte capacità di ricerca con un’integrazione tra sistema pubblico e sistema universitario”. Un sì convinto alla proposta di Bracco arriva da Giuliano Cazzola (Pdl), vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati. “Quella di una governance – ha commentato con LBITALIA - per concentrare la gestione delle risorse destinate all’innovazione e alla ricerca è un’esigenza giusta. La tendenza in atto nel paese – ha sottolineato - invece, è di accontentare tutti, cioè di dare poco al maggior numero possibile di soggetti”. D’accordo sull’idea di Bracco anche Matteo Salvini, appena eletto eurodeputato nelle file della Lega Nord. “Mi sembra una proposta interessante – ha commentato con LABITALIA - che mi riservo di approfondire. Sul tema della ricerca – ha aggiunto Salvini, che in passato è già stato europarlamentare - siamo purtroppo fanalini di coda, anche in Europa. Anche se parlare di governance, authority e cose simili mi fa venire l’allergia – ha concluso Salvini - è un problema che va affrontato e quella indicata da Bracco mi pare una buona strada”. Per l’Italia dei Valori Leoluca Orlando ha commentato con LABITALIA: “la ricerca e l’innovazione esigono il rispetto di regole e tempi, senza i quali ogni investimento rischia di essere inefficiente o dannoso. La collaborazione tra pubblico e privato è benvenuta e anzi necessaria, ma nel rigoroso rispetto dei campi, evitando cioè ogni confusione. Il privato non deve non diventare pubblico nè il pubblico privato: sì alla collaborazione, no invece ad ogni conflitto di interessi”. labitalia
|