Tra il 2007 e i primi tre mesi del 2009, nel Lazio, sono stati individuati 23.337 lavoratori irregolari, di cui 5.378 totalmente in nero (2.609 nella provincia di Roma, 960 a Frosinone, 908 a Latina, 602 a Viterbo e 299 a Rieti). E’ quanto emerge dal rapporto Eures ’Le caratteristiche del lavoro nero nelle aziende del Lazio’, presentato a Roma presso la sede della Regione Lazio. Sono invece 10.421 i lavoratori irregolari ’scoperti’ dalla Guardia di Finanza nel triennio 2006-2008, dei quali 5.190 totalmente in nero (3.039 nella provincia di Roma, 694 a Frosinone, 676 a Viterbo, 641 a Latina e 140 a Rieti).
Confrontando l’incidenza del lavoro nero su quello irregolare, si rileva un tasso più elevato nell’attività ispettiva realizzata dai Comandi provinciali della Guardia di Finanza rispetto a quello delle direzioni provinciali del Lavoro. Nel primo caso, infatti, quasi un lavoratore irregolare su due (49,8%) risulta totalmente in nero, a fronte di uno su quattro individuato dalle direzioni provinciali del Lavoro (23%). Rapportando il dato dei lavoratori in nero individuati al totale dei lavoratori presenti nelle aziende ispezionate, si rileva una maggiore incidenza di lavoratori totalmente in nero tra le aziende pontine (4,4%) e del viterbese (4,3%); superiore alla media regionale (2,5%) anche il dato della provincia di Roma (2,8%), mentre le restanti realtà presentano un’incidenza inferiore (Rieti con l’1,3% e Frosinone con l’1,5%).
L’incidenza complessiva del lavoro irregolare risulta invece decisamente più alta a Rieti (12,2 irregolari ogni 100 presenti), con scarti di circa 3 punti percentuali sulle altre realtà provinciali. Tra i lavoratori in nero individuati nel Lazio, la quota di stranieri extracomunitari regolarmente soggiornanti costituisce il 16%, mentre il 5,6% si trova nella condizione di clandestino. E’ la provincia di Rieti a presentare l’incidenza più elevata di stranieri (il 43,4% dei lavoratori in nero), seguita da Viterbo (31,8%) e Roma (18,2%), mentre a Frosinone e Latina l’incidenza dei non italiani scende, rispettivamente al 7% e al 2,6%. Sempre nella provincia reatina si registra l’incidenza più elevata di clandestini (17%), al di sopra della media regionale si inseriscono in questo caso anche Latina (8,7%) e Roma (6% rispetto all’1,9% di Frosinone e all’1,3% di Viterbo). Più ridotta la quota di minori tra i lavoratori in nero emersi nel Lazio, con 25 casi complessivi negli ultimi nove mesi. Nel corso del 2008, nel Lazio, sono state individuate 10.479 aziende irregolari (che cioè presentano irregolarità nell’ambito della normativa fiscale, contributiva e assicurativa), pari al 54,3% delle circa 19 mila ispezionate. A tale riguardo la più consistente attività di controllo è quella realizzata dalle direzioni provinciali del Lavoro, con 12.079 aziende ispezionate (pari al 63% del totale), di cui 5.740 risultate irregolari (47,5%). Più mirata risulta tuttavia l’attività degli altri organi ispettivi (Agenzia delle Entrate, Inail, Inps, Inpgi ed Enasarco), che su 7.212 ispezioni complessivamente censite nel 2008 hanno rilevato 4.739 aziende irregolari, pari al 65,7%.
A livello provinciale, secondo il rapporto Eures, il territorio che presenta il più elevato tasso di irregolarità, limitatamente ai rilievi delle direzioni provinciali del Lavoro, è quello di Frosinone, dove circa i due terzi delle aziende ispezionate nel 2008 sono risultate irregolari (62,2%). A seguire Latina e Viterbo, entrambe con il 47,9% di aziende irregolari, mentre inferiore al valore medio regionale (47,5%) è il tasso di irregolarità delle imprese di Rieti (46,9%) e di Roma (39,7%). Il più alto tasso di irregolarità emerge dall’edilizia (76,2%) e dai pubblici esercizi (55,9%), dove oltre la metà delle imprese ha registrato nel 2008 violazioni relative all’impiego della forza lavoro. Seguono, con valori inferiori a quelli medi regionali, l’artigianato (40,5%), il commercio (39,6%), l’industria (38,7%), l’agricoltura (con il 32,6% delle aziende irregolari) e i servizi (25,4%). LABITALIA
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