In fila agli sportelli degli uffici immigrazione si parla anche italiano. Sono sempre di più infatti i datori di lavoro che con una badante o una colf straniera in casa cercano di districarsi tra le norme della regolarizzazione. Un fenomeno che ha sempre meno il carattere dell’eccezionalità almeno secondo quanto rilevano i sindacati. “E’ un dato diffuso - conferma a LABITALIA Morena Piccinini, segretaria confederale della Cgil - che i datori di lavoro, in Italia, sono disposti a mettersi in regola. Ma questo dimostra anche che la regolarizzazione così come concepita solo per badanti e colf, sia un atto profondamente ingiusto. Dovrebbe infatti essere estesa anche ad altri settori produttivi che comunque sono contraddistinti da manodopera in nero”.
“Le famiglie italiane - continua Morena Piccinini - sono sempre più consapevoli che questa nuova legge sulla sicurezza ‘esponga’ i lavoratori stranieri. Tra gli immigrati, colf e bandati appunto, persiste quindi il timore di svelarsi e magari di essere rispediti a casa. Per questo i datori di lavoro richiedono in prima persona esplicitamente quale sia la procedura per poter procedere alla regolarizzazione e ciò dimostra anche quanto umanità in più abbiano rispetto al governo che ha invece emanato questo provvedimento”.
“La necessità di informarsi anche da parte dei datori di lavoro - spiega a LABITALIA Liliana Ocmin segretario confederale della Cisl, responsabile dipartimento Politiche migratorie, donne e giovani - non ci meraviglia più di tanto. Del resto stiamo parlando di uno strumento per far emergere il lavoro nero. Anche se molti cercano di sapere a cosa vanno incontro nel caso si ravvisi una situazione di irregolarità”. “E’ positivo - commenta - che il governo abbia annunciato di voler affrontare il tema della regolarizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori domestici, italiani ed immigrati. Tuttavia non si tiene in considerazione l’emersione dal sommerso di altri settori produttivi come l’edilizia e la ristorazione”.
Per il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, anche se “il periodo interessante per la regolarizzazione sarà settembre in molti, stranieri e non, non sanno cosa fare”. “Il nostro sindacato -dice a LABITALIA - ha registrato in diverse regioni un picco di affluenza da parte di datori di lavoro agli sportelli immigrazione. Questo dimostra che c’è una forte sensibilità nei confronti di una legge che rischia di ‘mandare via’ interi nuclei familiari”.
“Certo - precisa il sindacalista - che con la regolarizzazione se da una parte scatta la speranza di rimanere per sempre in Italia, dall’altra c’è il timore, soprattutto da parte dei datori di lavoro, di un’inasprimento dei controlli”. ’’Da parte nostra - continua Loy - cerchiamo di far capire che si tratta di una sanatoria e che quindi il datore di lavoro non rischia nulla. Comunque ci aspettiamo migliaia di domande di regolarizzazione”. LABITALIA
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