Le previsioni per i prossimi mesi sono molto incerte. La disoccupazione in Italia continuerà ad aumentare e il ricorso agli ammortizzatori sociali sarà ancora significativo. Il ricorso alla cassa integrazione nell’ultimo bimestre ha registrato un rallentamento ma resta su livelli assoluti molto elevati a testimoniare della profondità della crisi”. Il futuro quadro del mercato del lavoro viene tracciato dal Rapporto del Cnel che stima per il 2009 “una perdita di posti di lavoro tra le 350mila e le 540mila unità se misurato in forze di lavoro e tra le 620mila e le 820mila in termini di Ula. Lo stock di disoccupati potrebbe aumentare in una forchetta che oscilla tra 270mila e 460mila unità. Il tasso di disoccupazione a fine anno potrebbe collocarsi, nella peggiore delle ipotesi, poco al di sotto del 9%. Cruciali - secondo il Cnel - nel determinare le caratteristiche e l’intensità della ripresa saranno gli ultimi mesi del 2009 e i primi del 2010”.
Per questo motivo “è importante che vi sia piena consapevolezza del fatto che nei prossimi mesi potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi per estendere e rendere ancora più flessibili i sostegni al reddito così come diventa determinante anche l’impulso che le stesse parti sociali e le autorità regionali potranno dare agli strumenti in loro possesso (per esempio enti bilaterali, fondi interprofessionali, risorse regionali e soprattutto comunitarie)”. “I risultati ottenuti dall’attuale sistema di ammortizzatori sociali (così come è stato rafforzato per il biennio) non eliminano la necessità di una riforma del sistema - di cui si parla dal 1997 - ma ne possono consentire una discussione più equilibrata e più completa”. Il Cnel porrà questo argomento al centro della riflessione dei prossimi mesi, unitamente a quella più complessiva sul futuro del sistema di welfare in Italia.
Prefigurare conclusioni è dunque al momento “prematuro. Nondimeno, alcuni elementi che derivano dalle analisi di questo Rapporto sul mercato del lavoro devono essere sottolineati”. Il sistema degli ammortizzatori sociali, ‘negoziale’, controllato dalle parti sociali e a cui concorrono ora anche le regioni, si dimostra, secondo il Cnel, “più adeguato nel fronteggiare una congiuntura negativa come quella attuale. Vi e’ maggiore responsabilità sociale e vi è la possibilita’ di meglio preservare il capitale umano (che ovviamente deve essere sottoposto a continue e periodiche azioni di formazione). Il cosiddetto tasso di copertura, nelle diverse modalità di calcolo, dimostra che gli interventi condotti negli ultimi anni hanno allargato la platea di beneficiari”.
Il Cnel, peraltro, introduce un ulteriore indicatore per valutare l’efficienza del sistema di ammortizzatori: il ‘tasso di sforzo’. Un indicatore che, spiega, “dovrà certamente essere meglio analizzato e sviluppato ma che comunque consente di sostenere che, sia pure lentamente, stiamo procedendo verso livelli di spesa per sostegni al reddito comparabili a quelli dei principali paesi europei, rispetto ai quali, tuttavia, il divario rimane significativo. In presenza di una dinamica salariale molto bassa, il sostegno offerto dagli ammortizzatori sociali e la caduta dell’inflazione, almeno nel breve periodo, attenuano la tenuta del reddito disponibile”. Le caratteristiche assicurative e contributive del sistema di ammortizzatori sociali, osserva il Cnel, fanno si che “i sostegni al reddito non possono essere applicati a chi non ha determinati requisiti minimi e lasciano parzialmente scoperti alcuni settori. Ne consegue che la platea dei beneficiari non è universale”.
Il Cnel ritiene quindi che una riforma degli ammortizzatori sociali debba tenere conto di alcuni elementi determinanti:
a) le condizioni di accesso ai sostegni al reddito e le compatibilità di un livello di carattere universale con i costi in termini di sostenibilità finanziaria;
b) il rafforzamento delle azioni di formazione e di orientamento, ancora oggi troppo slegate dai bisogni reali del mercato del lavoro, se si vuole riorientare il sentiero di sviluppo dell’economia italiana sui cosiddetti green jobs o su i white jobs (lavori legati ai servizi socio-sanitario-assistenziali alla persona o alle famiglie);
c) quale sistema di tutele e sostegni al reddito può essere possibile per il lavoro indipendente, la vittima più significativa di questa crisi. E questo è per il sistema produttivo italiano una perdita di grande rilevanza, che deve essere quantomeno attenuata.
Le indicazioni fornite dal Rapporto consentono di affermare che “siamo in una fase di forte difficoltà e di grande incertezza. Le scelte più importanti da parte delle imprese avverranno - si legge nel documento - con tutta probabilità nel prossimo semestre. La ‘tesaurizzazione’ del capitale umano dipenderà dalle scelte di politica economica nazionale ma anche dalla congiuntura internazionale. L’assetto del sistema di ammortizzatori sociali sarà determinante per garantire la necessaria coesione sociale e la tenuta del sistema produttivo”.
Il Cnel intende osservare con attenzione le dinamiche dei prossimi mesi e “promuoverà tutte le azioni necessarie nelle sue competenze per assicurare al paese una strategia di uscita dalla crisi che sia virtuosa, efficace e che faccia riprendere una crescita basata sulla produttività, l’occupazione e la dinamica salariale”. LABITALIA
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