Produzione e fatturato ancora in calo nel II trimestre dell’anno, ma sostanzialmente in linea rispetto alle performance del I trimestre. Questi primi segnali di stabilizzazione del sistema manifatturiero interessano tutto il territorio nazionale ad eccezione del Mezzogiorno, dove la crisi si accentua. Ma restano ancora caute le previsioni degli operatori per il prossimo trimestre. E’ quanto mette in evidenza la consueta indagine trimestrale sulle imprese fino a 500 dipendenti appartenenti ai diversi settori manifatturieri, realizzata dal Centro studi Unioncamere.
“Questi primi segnali di stabilizzazione, anche se ancora di segno negativo, rappresentano il nastro di partenza - evidenzia il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - dal quale il nostro sistema produttivo può riprendere la corsa. A patto di tenere caldi i motori, puntando su un’offerta sempre più competitiva e innovativa. E’ evidente che occorre ancora attendere per una crescita sostenuta delle nostre esportazioni, ma vanno colte le indicazioni incoraggianti che provengono dal mercato tedesco oltre che da quelli asiatici e del Medio-oriente. Sul mercato nazionale, le pmi manifatturiere intendono trarre vantaggio da un cauto miglioramento del clima di fiducia delle famiglie”.
Il calo della produzione e del fatturato (rispettivamente -16% e -14,1%), mantenutosi sostanzialmente stabile rispetto al trimestre scorso, interessa in misura maggiore le imprese fino a 49 dipendenti: -17,6% il dato relativo alla produzione e -15% quello del fatturato. Le imprese con oltre 50 dipendenti, invece, contengono la flessione della produzione al -14,5% e del fatturato al -13,2%, con un miglioramento complessivo rispetto alle performance messe a segno del I trimestre dell’anno. Se l’autunno confermerà queste tendenze, anche per molte piccole aziende in filiera (ora ‘sofferenti’, specie nell’artigianato) potrebbero a breve manifestarsi effetti positivi. LABITALIA
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