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Negativo il bilancio delle imprese balneari
28/07/2009 NP-3839

Il caldo estivo non ‘riscalda’ gli incassi degli stabilimenti balenari. Non è affatto confortante il panorama tracciato da Riccardo Borgo, presidente del Sindacato italiano balneari (Sib) che aderisce a Confcommercio. “Il bilancio del primo scorcio d’estate - spiega a LABITALIA - non è per nulla positivo. Anzi, in alcune regioni d’Italia, per quanto riguarda le presenze in spiaggia, abbiamo registrato flessioni superiori al 30%. Il Friuli Venezia Giulia e la Campania sono state quelle più penalizzate. L’andamento dell’economia che frena indubbiamente i consumi, una stagione estiva con condizioni atmosferiche altalenanti e alcune situazioni contingenti sono la causa di un tale dato negativo. Reggono meglio le città di mare - osserva - più vicine ai grandi centri residenziali. Quelle che si basano prevalentemente sul turismo sono invece quelle che oggi soffrono di più”. “Dal 25 novembre 2008 - continua Borgo - data di sottoscrizione del protocollo d’intesa da parte del ministro Brambilla, le regioni e tutte le organizzazioni imprenditoriali, siamo in attesa che venga trasformato in legge, risolvendo così il grave problema di circa 1.000 imprese che si trovano a pagare canoni al di sopra delle proprie possibilità”. Per il presidente del Sib, “solo così sarà possibile garantire allo Stato un gettito adeguato per la voce canoni demaniali”. “Abbiamo in mente - rimarca - un sistema più equilibrato, dove il 90% delle imprese pagherà un canone superiore del 50% rispetto a quello che sta pagando alla luce della Finanziaria 2007, così da consentire al 10% in estrema difficoltà di poter corrispondere canoni sopportabili seppur superiori del 200-300% rispetto a quelli del 2006”. “Gli operatori - ricorda Riccardo Borgo - aspettano che vengano avviati i lavori del tavolo tecnico per affrontare i temi contenuti nel memorandum, collegato al protocollo d’intesa siglato con il ministero. Affrontando e risolvendo i temi contenuti nel memorandum come durata delle concessioni, definizione delle tipologie costruttive di facile e difficile rimozione, metodologie per l’incameramento da parte dello Stato di quanto realizzato dai concessionari, ad esempio, si porrebbero le basi per un futuro di certezze e di stabilità, indispensabile al nostro come ad ogni altro sistema economico”. Un sistema che conta oltre 14.000 imprese prevalentemente di piccole e medie dimensioni. “Nella grande maggioranza dei casi - osserva Riccardo Borgo - sono imprese gestite da decenni dalle stesse famiglie e costituiscono veri e propri punti di riferimento delle città di mare. La frequentazione delle stesse spiagge (‘stessa spiaggia e stesso mare’), della grande maggioranza dei frequentatori dei litorali italiani, la dice lunga su quanto incida il rapporto personale nell’alzare il valore ricettivo delle imprese balneari”. Da non sottovalutare, poi, il restyling subito dai vecchi stabilimenti. “Il settore - conclude il presidente del Sib - è arricchito dalle costanti innovazioni, dai continui investimenti finalizzati ad accrescere quantità e qualità dei servizi. La stima sugli addetti si aggira sulle 100.000 unità, con tempi di occupazione che ormai mediamente si aggirano in sei mesi l’anno”.
LABITALIA

smile99

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