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Editori e librai chiedono defiscalizzazione testi scolastici
27/08/2009 NP-3847

Editori e librai scendono in campo dopo le polemiche sul caro-libri di scuola. Intervistati da LABITALIA, i rappresentanti dell’Aie e dell’Ali lanciano la proposta di detrarre il costo dei libri scolastici dalla dichiarazione dei redditi. E assicurano che i prezzi dei libri scolastici non sono aumentati: secondo gli editori, sono al di sotto dell’inflazione. “Ogni anno si inseguono le cifre più folli sugli aumenti dei libri di testo scolastici e, ogni anno, intorno a settembre-ottobre i dati dell’Istat confermano quelli dell’Aie. Dati che indicano come l’aumento dei libri di testo sia al di sotto dell’inflazione. E anche quest’anno, infatti, l’Aie evidenzia un aumento nell’ordine di poco più dell’1%, quindi al di sotto dell’inflazione”. Così Ulisse Jacomuzzi, presidente del Gruppo educativo dell’Aie (Associazione italiana editori), che rappresenta gli editori scolastici, commenta con LABITALIA le polemiche sul caro-libri di scuola. “Diciamo quindi, come ogni anno, di fare molta attenzione - avverte - a dichiarare cifre che poi si rivelano errate”. Ma, per Jacomuzzi, è proprio “sbagliato parlare di ‘caro-libri’: sono, infatti, in generale costi per l’istruzione e, se i libri sono un costo per le famiglie, rappresentano però anche un investimento”. “I prezzi dei libri di testo - spiega Jacomuzzi - sono decisi dagli editori tra dicembre e gennaio per l’anno scolastico successivo e sono quindi depositati in un listino restando ufficiali per tutto l’anno. Ricordo anche che il tetto di spesa delle scuole medie è bloccato da cinque anni, che le nuove adozioni di testi devono rimanere per cinque anni e che, sempre per cinque anni, non si può procedere a una riedizione di una nuova opera”. E, per venire incontro alle difficoltà delle famiglie alle prese con l’acquisto dei libri di testo all’inizio del nuovo anno scolastico, l’Aie chiede da tempo, come ricorda il presidente del Gruppo educativo dell’Associazione, “la possibilità di detrarre queste spese dalla dichiarazione dei redditi: è singolare, infatti, che si possano detrarre altre spese meno importanti ma non questa”. Non solo. “Chiediamo al ministero - sottolinea Jacomuzzi - che si possa spalmare la gratuità dei libri di testo per le elementari anche a tutta la scuola dell’obbligo, prevedendola però per le sole famiglie che ne abbiano realmente bisogno. La gratuità dei libri alle elementari, infatti, nasce dal fatto che prima la scuola dell’obbligo si fermava a questo livello dell’istruzione: è ora quindi di estenderla a tutta quella che oggi è la scuola dell’obbligo, legandola al censo. E giova ricordare - conclude - che gli altri Stati provvedono al corredo scolastico in modo molto più esteso”. “Noi non registriamo alcun aumento: i prezzi sono uguali allo scorso anno”. Ad affermarlo a LABITALIA è Paolo Pisanti, libraio napoletano a capo dell’Ali (l’Associazione librai italiani aderente a Confcommercio). “Del resto - ironizza - queste sono polemiche ricorrenti: la dice lunga che nel 1927 Mondadori fece un intervento all’allora ministero fascista parlando proprio del costo dei libri di scuola. C’è un tetto di spesa nelle scuole - dice il presidente dell’Ali - che si cerca di rispettare. Ma sentiamo diffondere indicazioni che rasentano l’illegalità, come quella di fotocopiare i libri. Mentre non temiamo la concorrenza dell’usato, perché anche quello è mercato e anche sull’usato paghiamo l’Iva. Il problema è rispettare le leggi”. E per dare una mano alle famiglie, ma anche per sostenere le librerie, da tempo l’Ali propone di defiscalizzare l’acquisto dei libri: “Siamo convinti - dice Pisanti - che il meccanismo più efficace, per dare un sostegno alle famiglie e allo stesso tempo innescare un movimento virtuoso per i librai, sia quello di dare la possibilità ai cittadini di scaricare il costo dei libri in funzione della capacità di reddito. Lo scorso anno abbiamo raccolto 70mila firme a sostegno di questa proposta, che è stata poi presa in considerazione da alcuni parlamentari e speriamo che prima o poi diventerà realtà. Questo ci aiuterebbe a vendere molto di più”.
LABITALIA

smile99

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