Una mail con lo stesso valore di una raccomandata. Una vera rivoluzione nei rapporti tra i cittadini e la pubblica amministrazione e che vede protagonista il mondo delle professioni. Sta, infatti, per diventare obbligatoria per i professionisti la ‘Pec’, la posta elettronica certificata e, per fare il punto su questo innovativo strumento di semplificazione, il ministero per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione e il Cup (il Comitato unitario permanente degli Ordini e dei collegi professionali, guidato dalla presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Marina Calderone), hanno organizzato, a Roma, un dibattito intitolato proprio ’Pec: un’opportunità per il sistema Paese’, alla presenza del ministro Renato Brunetta.
“E’ in atto un processo di semplificazione e di tagli alla burocrazia. L’onda è partita e sono determinato a portarla avanti”, ha detto Brunetta. “Siamo anche in presenza - ha spiegato - del processo della trasparenza, dalle consulenze ai curricula. Sto introducendo due elementi forti: la possibilità di scelta e di interagire con la burocrazia. Mi rammarico quando la rete di professionisti ha qualche momento di ’conservazione’”. E riferendosi all’introduzione della Pec, dei certificati medici on line, della Cad, della banda larga, Brunetta ha ribadito che “si tratta di diverse facce della stessa medaglia”.
Mancano poche settimane all’entrata in vigore dell’obbligatorietà della ‘Pec’. Entro il 28 novembre, infatti, la casella di posta elettronica non solo dovrà già essere attiva, ma dovrà anche essere stata comunicata all’Ordine di appartenenza. Non a caso, la giornata di lavori ha visto la partecipazione dei presidenti dei Consigli nazionali degli Ordini professionali, direttamente coinvolti dalla riforma messa in atto dal decreto legge del 29 novembre 2008 n. 185, convertito nella legge 150/2009. Gli Ordini saranno infatti tenuti a pubblicare, in un elenco consultabile in via telematica, i dati identificativi degli iscritti, con il relativo indirizzo di posta elettronica certificata.
Tassello fondamentale dei piani ‘E-Gov2012’ e ‘I-2012’ del ministro Brunetta, la ‘Pec’ assegna a un messaggio di posta elettronica lo stesso valore di una raccomanda tradizionale con avviso di ricezione. L’adozione di questo nuovo strumento comporterà un sensibile risparmio dei tempi nel disbrigo di una pratica, una riduzione dei costi e un significativo impatto sociale. Ogni professionista dovrà utilizzarlo per dialogare in modo sicuro, esclusivo e non oneroso con la pubblica amministrazione e con le aziende in tutti i casi in cui sia necessario dare valenza giuridica alle comunicazioni. A partire dal nuovo anno, il servizio di ‘Pec’ verrà esteso a tutti quei cittadini che ne faranno richiesta.
Introducendo il dibattito, Marina Calderone ha sottolineato che “il mondo delle professioni non si è mai fatto trovare impreparato quando c’è un’innovazione”. “L’evoluzione tecnologica - ha detto - è la nuova frontiera che consente a tutti quanti di operare meglio. Sulla pubblica amministrazione, tutti gli Ordini stanno lavorando. Serve anche molta attenzione affinché gli strumenti vengano utilizzati nel modo più efficace, visto che non sempre i messaggi hanno la dignità di essere trasmessi. Per questo, è importante la collaborazione con le istituzioni”.
E a Marina Calderone si è rivolto il ministro Brunetta parlando di un elenco delle problematiche presentate dagli ordini professionali sull’introduzione della posta elettronica certificata: “Marina Calderone - ha detto Brunetta - può raccogliere le principali problematiche che emergono dai diversi ordini e poi discuterne”. Anzi, ha proposto il ministro, “ci vediamo la prossima settimana per individuare i primi 10-15 problemi per poi avere il tempo tecnico giuridico per procedere alle soluzioni”.
Al dibattito è intervenuto anche il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua: “La ‘Pec’ rappresenta un traguardo - ha affermato - e un inizio di una nuova era. Ogni anno mandiamo 50 milioni di lettere più 20 milioni di avvisi bonari e da quest’anno dobbiamo mandare a tutti i lavoratori attivi l’estratto conto della posizione. Continuare a gestire tale massa di carta è impossibile, non c’è la capacità fisica di gestirla”. Sulla posta elettronica, ha ammesso il presidente dell’Inps, “sicuramente dovremo creare un filtro di contenuti: i nostri uffici stanno elaborando un progetto che prevede che tutto debba essere intercettato e monitorato”.
Per il presidente dell’Inail, Marco Fabio Sartori, “l’evoluzione tecnologica è indispensabile”. “La ‘Pec’ - ha aggiunto - è un altro tassello e rappresenta una grande innovazione dei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini. Ma vedo anche potenziali pericoli - ha avvertito Sartori - perché chiunque potrà inviare alla pubblica amministrazione posta elettronica certificata, a parte i burloni che utilizzano l’e-mail con lo spam ma a cui si può arrivare introducendo un meccanismo di tracciabilità. Mi preoccupa, piuttosto, l’immagine ‘populista’ della posta certificata, dove ognuno può chiedere qualsiasi cosa, a cui bisogna dare una risposta”. LABITALIA
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