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Fao: decisivo ruolo piccoli agricoltori per contrastare fame e povertà
18/11/2009 NP-3902

“Una riforma dell’agricoltura che punti all’incremento della sicurezza alimentare e alla crescita della produttività agricola legata alla riduzione della povertà, deve necessariamente porre al centro i piccoli produttori, specialmente nelle economie basate sull’agricoltura. Tradurre in pratica il potenziale che la produzione agricola ha nel ridurre la povertà e la malnutrizione dipende, in gran parte, da quanto è possibile coinvolgere proprio i piccoli produttori in attività produttive e remunerative, sia all’interno che all’esterno dell’impresa agricola. A conferma di quanto potrebbe pesare in termini di impatto il contributo dei piccoli agricoltori, è sufficiente rilevare che, secondo i dati della Fao, i piccoli produttori rappresentano il 90% della povertà rurale, di 500 milioni con meno di 2 ettari ciascuno”. Lo ha sottolineato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in occasione del vertice mondiale sulla sicurezza alimentare a Roma. “Più volte, del resto, abbiamo evidenziato (in particolare nel vertice degli agricoltori del ‘G14’ che la Cia ha promosso nell’aprile scorso insieme alla Fipa-Federazione internazionale dei produttori agricoli, i cui risultati sono stati ripresi sia dal ‘G8’ agricolo che dal vertice dei ‘Grandi’ a L’Aquila) che - ha aggiunto Politi - con più agricoltura si sfama il mondo. E più agricoltura significa sviluppare politiche e strategie che permettano di affrontare e vincere la sfida posta da fame e povertà, in cui, appunto, i piccoli agricoltori possono svolgere un ruolo di veri protagonisti”. “Davanti agli ultimi drammatici dati della Fao, che parlano di oltre un miliardo di affamati nel mondo, e all’esigenza di uno stanziamento di 44 miliardi di dollari in più l’anno per dare risposte al bisogno di alimentazione - ha avvertito - non si può restare insensibili. Occorre avviare al più presto uno sviluppo agricolo che, oltretutto, non permette solo di contrastare efficacemente la fame, la malnutrizione e la povertà, ma può avere un impatto molto positivo e rilevante sull’economia delle aree rurali. Una maggiore produttività agricola e maggiori redditi per gli agricoltori - ha rimarcato il presidente della Cia - portano, infatti, a una maggiore domanda per beni non-alimentari e, di conseguenza, a un incremento dell’occupazione in generale e degli standard di vita. Occorre, però, garantire politiche che permettano un più facile accesso alla proprietà della terra, al credito e all’acqua, un bene prezioso e indispensabile per la crescita agricola. Basta, dunque, alle parole e agli annunci, ma fatti realmente concreti”.
LABITALIA

smile99

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