Dei 1.120 casi di infortuni mortali che si verificano ogni anno, 944 riguardano i lavoratori italiani mentre 176 sono quelli che coinvolgono gli stranieri. Ma queste cifre non comprendono tutti i lavoratori del ’sommerso’: una vera e propria piaga che affligge il mondo del lavoro. E’ il messaggio lanciato dal convegno nazionale ’Il sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali sul lavoro’, in corso oggi a Roma, organizzato da Ispesl, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, in collaborazione con Inail, Conferenza delle Regioni e Province Autonome e Ccm, Centro Nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Al convegno, si č sottolineato come sia importante la ricostruzione delle dinamiche infortunistiche al fine di individuarne i fattori causali. Conoscere le cause degli infortuni e poterle condividere su base nazionale facendo circolare le informazioni archiviate tra gli operatori del settore e gli enti preposti, consente infatti di applicare le misure di prevenzione idonee. Quattro le cause che raggruppano negli ultimi anni il 65% dei casi mortali: le cadute dall’alto (dal 2005 al 2008 corrispondono al 33,6 % dei casi mortali), la caduta dall’alto di materiali, il ribaltamento del mezzo di trasporto, la perdita di controllo di macchina o del materiale di lavorazione.
Il Sistema di sorveglianza č stato avviato sperimentalmente nel 2002 dall’Ispesl, dalle regioni e dall’Inail e si č consolidato a partire dal 2007 anche attraverso il contributo del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. ADNKRONOS
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