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Economia sommersa, sindacati chiedono forte azione contrasto
13/07/2010 NP-4047

Un’azione di contrasto forte contro il sommerso. A chiederlo i sindacati, nel commentare i dati diffusi dall’Istat. "Con una forte iniziativa di contrasto e incentivazione all’emersione è possibile recuperare risorse fondamentali per affrontare e superare la crisi", afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni. "Oltre il 17% del Pil e tre milioni di unità di lavoro irregolare i dati ufficiali - spiega - ma le unità di lavoro sono considerate a tempo pieno e quindi in realtà i lavoratori coinvolti effettivamente sono molti di più, stimabili oltre i 3,5 milioni". I dati dell’Istat, inoltre, sottolinea Fammoni, "confermano la pervasività e l’ampiezza del fenomeno che nel 2008 torna a crescere e che non è difficile prevedere la crisi farà aumentare ancora; cade anche il teorema del lavoro nero prevalentemente legato ai lavoratori stranieri clandestini, sono la componente più piccola di questo enorme bacino di sfruttamento". Gli fa eco Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil con delega alle politiche economiche: "I dati diffusi dall’Istat sull’aumento della quota di valore aggiunto nell’area del sommerso indicano non solo il consolidamento di un dato negativo per l’intera economia italiana ma, visto l’incremento registrato in particolare a partire dal 2007, confermano l’allentamento della lotta all’evasione e al lavoro nero da parte di questo governo". Per Barbi, "non bastano misure isolate, come il ripristino silenzioso della norma sulla tracciabilità dei pagamenti, per dare un segnale di inversione di tendenza nei confronti dell’evasione e degli evasori; servono azioni concrete, collegate tra loro, che, oltre ad agire sul piano sanzionatorio, trasmettano al Paese un messaggio chiaro e deciso sull’importanza di un equo sistema fiscale per la democrazia". Per Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl, "pur con andamenti altalenanti, l’economia sommersa e illegale raggiunge cifre prossime a un quinto dell’intera attività economica, dimostrando come un fenomeno diffuso in tutta Europa raggiunga, in Italia, livelli di vero allarme". "Come ricorda l’Istat - continua Santini - quando parliamo di lavoro irregolare incrociamo diverse modalità di questa vera e propria piaga sociale: lavoro senza contratto, lavoro in nero, lavoro nascosto, lavoro privo di contribuzione sociale e di garanzie assicurative. Altrettanto articolate devono essere le risposte: rafforzamento quantitativo e qualitativo delle ispezioni sul lavoro; rilancio dei contratti di emersione e dei comitati provinciali di contrasto al lavoro sommerso (Cles); ampliamento dell’utilizzo della lotta al trafficking non solo per le vittime della prostituzione, ma anche per quelle del caporalato, allungamento del permesso di soggiorno per i lavoratori immigrati che hanno perso il posto di lavoro; incentivi alle famiglie per la regolarizzazione del lavoro di cura, utilizzo dei voucher per il lavoro occasionale". A sua volta, Maurizio Petriccioli, segretario confederale della Cisl, rimarca che "il fenomeno della sottodichiarazione del fatturato e dei costi gonfiati portati dalle imprese in deduzione del reddito conferma quanto la Cisl va sostenendo da tempo sulla necessità di riscrivere le regole del gioco fra fisco e contribuenti per combattere lo stato di illegalità diffusa che sottrae ingenti risorse all’erario e determina un’iniqua distribuzione delle risorse prodotte nel Paese". Anche per il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, "i dati diffusi dall’Istat sull’economia sommersa sono l’ennesima conferma di una grande anomalia italiana". "Occorre che tutto il sistema - dice - lavori per far emergere il sommerso e il lavoro nero recuperando risorse sottratte oggi di fatto alla crescita del paese. Per la Uil, i provvedimenti sulla lotta all’evasione fiscale contenuti nella finanziaria possono essere un utile punto di partenza, ma bisogna necessariamente continuare con determinazione su questa strada per ripristinare la legalità e combattere l’evasione fiscale e contributiva". E il segretario confederale Uil, Antonio Foccillo, rimarca: "E’ lecito chiedere di inserire nella manovra finanziaria, fra gli innumerevoli emendamenti, norme più stringenti per far pagare chi fraudolentemente usufruisce dei servizi pubblici e del welfare a spese dell’intera comunità, e norme per aumentare i bassi redditi da lavoro dipendente e da pensione e costruire un sistema fiscale più equo per stimolare la domanda e puntellare i primi segnali di ripresa esistenti".
LABITALIA

smile99

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