E’ assurda la cancellazione dell’articolo 18". Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel corso della presentazione alla stampa della campagna ’Giovani non più disposti a tutto’. Riferendosi poi alla pubblicazione in gazzetta ufficiale del ’collegato lavoro’ ha spiegato che "dal documento si vede che si hanno 60 giorni di tempo per poter decidere se fare ricorso per avere il riconoscimento dei propri diritti oppure aspettare sperando che questo tipo di lavoro abbia comunque una continuita’". "Sin dall’inizio -ha continuato Camusso- abbiamo detto che nel ’collegato lavoro’ la figura del datore di lavoro non ha lo stesso peso di quella del lavoratore". Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, con lo Statuto dei lavori -ha rimarcato Susanna Camusso- propone la cancellazione dello Statuto dei lavoratori e dell’articolo 18, cosi’ come dei diritti e della liberta’ di organizzazione sindacale. Che si pensi che tutto questo possa essere azzerato -ha spiegato- e’ un’ingiustizia, un’idea di societa’ insopportabile". Camusso ha poi criticato il testo inviato ieri dal ministro del Lavoro ai sindacati: "Il ministro del Welfare -ha affermato- è convinto che siamo in un Paese dove tutto va bene. Ha inviato un testo che è composto da due articoli. C’è una delega al governo, e quindi al ministro che a quel punto -ha ribadito la leader della Cgil- può fare tutto. Quanto ad autoritarismo si stanno raggiungendo vette mai conosciute prima. Nel secondo articolo, invece, lo Statuto parla poi ai lavoratori dipendenti, ma anche ai co.co.pro. con un’unico lavoro di committenza. Non si vuole dunque costruire un sistema di diritti più avanzati -ha rimarcato il segretario- ma si vuole creare una prospettiva fatta di lavori precari e non di certezze". Secondo Susanna Camusso questo "è ancora più ingiusto dentro una crisi economica".
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