Quello che sta cambiando nuovamente è l’approccio al modello produttivo. Questo vuol dire che non esiste tanto un problema di flessibilità del lavoro, ma di flessibilità dell’organizzazione". Lo afferma in un’intervista a LABITALIA il giuslavorista e preside della facoltà di Giurisprudenza della Luiss Guido Carli di Roma, Roberto Pessi. "La conseguenza -precisa- è che lo statuto protettivo del lavoro va rivisto, non in termini di diminuzione delle tutele, ma di diversa allocazione delle tutele stesse. Credo sia emblematico da questo punto di vista il caso Fiat che ho recentemente chiamato un ’falso d’autore’"."Quello della Fiat -sostiene Pessi- è un caso in cui l’azienda non chiede di abbattere le tutele dei lavoratori, ma di modificare i modelli organizzativi con due opzioni diverse: una per Pomigliano e una per Mirafiori".
"Quella per Pomigliano - continua - collegata all’esigenza del ciclo continuo, quella per Mirafiori collegata all’esigenza di poter avere un’organizzazione flessibile cioè idonea a rispondere, cambiando e modificando il numero di turni di lavoro e, quindi, l’impegno produttivo dell’azienda nell’arco temporale più breve possibile per rispondere alle richieste del mercato".
"Se questo è vero - afferma Roberto Pessi - questo spiega anche perchè le problematiche si siano concentrate solo su due istituti: assenteismo e straordinario. Si tratta di due istituti classici correlati all’esigenza di poter garantire all’azienda non tanto una riduzione del costo del lavoro per singolo lavoratore, quanto piuttosto la garanzia dell’impiego pieno della manodopera in qualsiasi momento in cui il sistema produttivo ne necessita l’impiego".
"Conseguentemente - si chiede- come si fa a ridurre questo costo del lavoro? Si fa ovviamente non avendo bisogno di una squadra rimpiazzi troppo numerosa. E’ chiaro che di fronte ad un tasso di assenteismo del 10% ci si dovrebbe attrezzare per una squadra di rimpiazzi del 10%. Però, nel caso non fosse possibile stabilire quando l’assenteismo si determina e, quindi, in una giornata con il 15% di assenteismo, per poter garantire la produttività si dovrebbe avere automaticamente una squadra di rimpiazzi del 15% i quali in alcune giornate starebbero seduti e non sarebbero in alcun modo utilizzabili".
"Quindi - rimarca Pessi - il problema è la prevedibilità dell’utilizzo della forza lavoro in relazione a moduli organizzativi che ci vengono imposti dal nuovo sistema di globalizzazione. Noi quindi possiamo spostare le protezioni senza diminuirle in alcun modo ma garantendo che si ricostruisca quel binomio virtuoso della massima tutela del lavoro e insieme della massima capacità delle imprese di affrontare le sfide che il nuovo mercato gli impone". LABITALIA
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