La Puglia non promuove se stessa, mancano gli adeguati collegamenti aerei, il trasporto interno è carente, la segnaletica turistica non va incontro agli stranieri. A fronte di uno splendido mare, un’ottima proposta agro-alimentare, splendidi centri storici ed aree di sicuro valore ambientalistico. Ma i turisti in Puglia non ritornano, perché manca una rete di strutture pubbliche e private capace di soddisfare le singole esigenze, con una offerta che si limita prevalentemente alla stagione estiva. E’ quanto emerge dai dati presentati da Sabrina Asfoco, della ricerca condotta dallo Smile - Puglia e divulgati nel seminario che si è svolto ieri a Bari. «Le vie del turismo in Puglia» il titolo del seminario, inserito nel progetto più ampio «Più turismo più sviluppo». Una ricerca finanziata dalla Comunità Europea e dal Ministero degli Affari Esteri, patrocinata dalla Regione Puglia e realizzata in collaborazione con l’Ecap, fondazione senza fini di lucro nata in Svizzera nel 1970, l’Ierf un’associazione che opera in Francia e che si occupa di formazione professionale e la CGIL Bildungswek centro culturale-formazione tedesco. Tutte associazioni che si occupano di promozione culturale e scambi per le comunità di italiani all’estero. I dati raccolti dalla ricerca fanno riferimento proprio alle organizzazioni degli italiani all’estero, comunità che possono diventare i canali divulgativi privilegiati per vendere il «prodotto Puglia». Contando su oltre 60 milioni di connazionali residenti sparsi in tutto il mondo, molti dei quali in posizione economica privilegiata, che possono rappresentare una opportunità di sviluppo. Un dato che, come dice il dott. Lucio Lupini del Centro Studi sul Turismo di Assisi, lascia intendere tutte le possibilità di crescita nel settore turistico per la Puglia. Promuovere il territorio è quindi la parola d’ordine per essere sul mercato turistico. La gastronomia, la cultura, il paesaggio, insomma il patrimonio di una identirà pugliese. Favorendo la creazione di reti locali tra soggetti pubblici e privati, che diventino comunità d’affari e che potenzino la proposta utilizzando anche le più moderne tecnologie tra cui Internet. Si deve necessariamente aggiungere la formazione professionale degli operatori, aggiunge Francesco Pasanisi di Smile Puglia, che attraverso stage e corsi, vada incontro a un turista che non vuole più una proposta omologata, ma che vuole costruirsi su misura la propria vacanza anche al di fuori della stagione canonica. Per Angelo Di Summa, dirigente del Settore Politiche Migratorie della Regione Puglia, la legge regionale 23/2000 va proprio nella direzione di una interazione forte con le comunità di pugliesi all’estero, considerati non più semplici emigranti ma autentiche risorse. Mentre per Gaetano Volpe, dirigente del Settore Formazione della Regione Puglia, proprio la formazione può essere un importante veicolo di conoscenza e promozione del nostro territorio all’interno degli scambi transnazionali. Se vuoi saperne di più visita il sito www.pugliatouring.it
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